Pushkar

Pushkar è un paesino così piccolo che non sempre c'è sulle mappe ma se lo cerchi sui siti di prenotazioni alberghiere ci sono tantissimi hotel.
È vicino ad Ajmer dove c'è il bivio Bikaner-Jodhpur: destra o sinistra? Rimandiamo la decisione ancora un paio di giorni stando fermi al bivio in attesa di ispirazione.
Ma torniamo a stamattina.
Andiamo alla Royal Enfield per un check up alla moto: c'era la fila!
Parlo con il capo che mi dice: arriva l'inverno, la sera fa freddo e le Enfield non si accendono.
Lo so... ogni mattina asciugo i fusibili e parte al primo colpo di pedale.
E lui risponde: si, ma loro non lo sanno!
Compriamo olio, fusibili e via verso Ajmer!
Solita superstrada zoofila, niente di nuovo, tranne al casello.
Vedevamo da lontano, prima della barriera, una specie di sacco gigantesco a lato strada che sembrava appoggiato su delle mattonelle che lo sollevavano di pochi centimetri.
Passandogli di fianco ci chiedevamo come avrebbero fatto a caricarlo su un camion ma poi, superandolo, abbiamo visto che il camion era già sotto! Completamente avvolto dal sacco e così schiacciato da non poter passare sui dossi.
Il sentiero per le moto (le moto non pagano e hanno una corsia strettissima) era stranamente imbottigliato. Al di là della barriera c'era una folla festante con petardi e coriandoli che bloccava il passaggio: c'erano gli sposi..
Pushkar non è facile da trovare e quando arrivi al paese non capisci: strada orrenda, il ponte sulla cloaca, mucche, cacca e tante indicazioni per alberghi.
Fermi alla cloaca a leggere i cartelli veniamo abbordati da un ciclista che ci propone la sua guesthouse.
Una casa signorile stile palazzo del Raja, databile attorno al 1700 e sicuramente mai restaurata. Sarà una bettola ma ha il suo fascino e abbiamo il balconcino privato affacciato sulla piazzetta. Un paesino tranquillo e silenzioso, moolto indiano, e continuiamo a non capire il perché di tutti gli hotel.
Perché è un paese sacro, con laghetto multiuso (bagno, lavanderia, cimitero) e ci dicono di andare al lago che è bello e c'è il mercato.
Paura! Il paese si sviluppa attorno a questo piccolo lago forse artificiale e la strada che lo circonda e piena di negozi di souvenir, centri yoga, pizzerie e chi peggio ne ha peggio ne metta.
Il turista tipico è il giovane che cerca se stesso in India perché è trendy o che fa yoga due settimane e si sente un maestro. Qui trovi la Nutella, il burro d'arachidi, i Kellogg's Corn Flakes e gli accessori per l'I-phone.
Se questa è l'offerta è perché c'è richiesta, e chi diamine può volere queste cose in India?  E poi li vedi: "peace love & credit card" .
Poi c'è anche una parte di turismo tossico di ogni età.
In  paese
sono vietati gli alcolici e le droghe, è vietato avvicinarsi alle acque sacre con le scarpe, obbligo di abbigliamento e comportamento decoroso e mille altre regole per rispetto del luogo.
Poi tutti vendono birra e droga di ogni genere anche nei negozi senza farsi problemi. Solito discorso, se questa è l'offerta..
Visto il centro volevamo andarcene subito, ma non giudichiamo il libro dalla copertina, qui in periferia sì sta molto bene e anche l' hinterland sembra interessante. Intanto ci facciamo due notti.
Foto del giorno: Al ristorante tibetano.
Se avessimo giudicato il libro dalla copertina ci saremmo persi una piacevole esperienza.



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