Il senso della vita secondo gli indiani

Abbiamo avuto l'illuminazione!
Adesso conosciamo il senso della vita qui in India.
L'indiano è sempre scontento di questa vita e spera in una reincarnazione migliore ma, dato che la vita ogni tanto può essere anche accettabile, per non venire meno ai propri princìpi cerca in ogni modo di complicarsela.
Qui la cosa fondamentale è soffrire e se non ci riesci da solo tutto è creato appositamente per agevolarti.
Andate a rivedere la foto del post sulla difficoltà di procacciarsi il cibo: si vede il banco del bar ma voi vedete un passaggio? Certo che no!
Il cameriere che ti prende la comanda al tavolo (solo bere, no restaurant) deve uscire dal ristorante che è recintato, fare un pezzo di strada, infilarsi nel prato e raggiungere il retro dove c'è l'unica entrata della cucina, andare al bar, preparare il bere, metterlo sul banco, rifare il giro per poi prenderlo e servirti. Fare il bancone un pochino più corto e lasciare un passaggio era troppo semplice.
Adesso siamo a nonsodove in collina vicino a Mumbai, un posto che non si raggiunge in macchina ma solo in trenino o con mezzi alternativi. Noi siamo arrivati in cima a cavallo su una strada sterrata piena di sassi ma si può fare la stessa strada anche in rickshaw ( o come dir si voglia risciò) ma quello vero, cioè il carretto tirato a mano.. sui sassi.. spianare un pochino o togliere i sassi? Noo.. usare un fuoristrada adattato a navetta che ce n'è piena l'India? Noo..
Ma la vita si può complicare anche con le cose semplici, come i lucchetti per chiudere le porte: qui non usano quelli normali che tutti conosciamo, quelli che basta abbassare l'archetto e si chiudono e che puoi comprare in qualunque mercato indiano. No, tutti usano quelli con il corpo tondo oltre l'archetto che per chiuderli non basta spingere ma devi girare la chiave mentre tieni abbassato l'archetto, mentre tieni in una sola mano una cosa tutta tonda e con il perno della serratura (quello dove entra il manico della chiave) che gira autonomamente e non è mai nella posizione giusta per poter infilare la chiave.
Un altro esempio? Gli interruttori della luce: ovunque ci sono quadri elettrici con almeno otto interruttori anche dove ne serve solo uno, se in camera accendi la luce dall'ingresso e la spegni dal letto poi non potrai più riaccenderla dal primo interruttore ma solo dal letto.
Solo ieri abbiamo trovato un albergatore furbo che ha scritto sugli interruttori: sette interruttori con scritto L (light) e uno con scritto F (fan), peccato che quello del ventilatore sia sempre e comunque di fianco al potenziometro delle velocità e non ci si può sbagliare mentre gli altri sette accendevano le luci solo se gli altri sedici interruttori sparsi per la camera erano in posizione giusta. Quindi L e F non servivano a nulla.
Oggi, che siamo in uno dei tre migliori hotel del posto, andiamo al ristorante e dopo qualche difficoltà inutile riusciamo ad ordinare. Cosa fa quindi il cameriere? Porta la comanda in cucina? Noo.. telefona in cucina! Perché la cucina non è vicino al ristorante ma da un altra parte.
Parliamo di cibo? Gli indiani mangiano speziato all'inverosimile anche per il loro palato e poi bevono il buttermilk (che comunque non si abbina bene al cibo) per attenuare la sofferenza. Speziare un pochino meno? Noo... e già che ci sono riempiono anche il buttermilk di sale, pepe e curry perché altrimenti sciacqua troppo. Dei geni del male.
Potrei fare migliaia di altri esempi, come le finestre che si aprono verso l'esterno e con le sbarre antiscimmia all'interno così per chiuderle devi uscire di casa, ma non finirei più.
Metto un ultimo esempio nella foto del giorno: Complicare anche il verde.
Nell'albergo di ieri, completamente immerso nella natura con ogni genere di pianta che cerca di invadere gli spazi abitati sono andati a comprare l'edera di plastica e l'hanno fissata al muro con i chiodini per fermare i fili.
Non potevano usare la vegetazione locale? Noo..



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